Domande e Risposte

Le informazioni presenti in questo sito non costituiscono in alcun modo un consulto medico e non sostituiscono il parere clinico del medico. Non vanno pertanto utilizzate per provvedere ad un’autodiagnosi o automedicazione. Solo la visita medica rappresenta uno strumento di diagnosi per un efficace terapia.

Sì. Pur essendo soddisfatti del proprio sorriso e non avendo fastidi nè dolori è importante prendersi cura della propria bocca con visite di controllo periodiche e sedute di igiene, al fine di mantenere una buona salute orale ed intercettare tempestivamente eventuali problemi sin dal loro esordio.

In genere è consigliata una visita di controllo ogni 6-12 mesi. Ci sono eccezioni però che richiedono controlli più ravvicinati nel tempo. Sarà il tuo odontoiatra a stabilire la frequenza delle visite che più si adatta alla tua situazione.

Le cause che possono portare al sanguinamento gengivale sono molteplici, prima fra tutti la placca. Se non asportata, a contatto con le gengive, causa infiammazione e conseguente sanguinamento. In casi come questi non c’è da preoccuparsi, basterà infatti sottoporsi ad una o più sedute di igiene professionale e perfezionare insieme le proprie manovre di igiene domiciliare. È importante non sottovalutare il problema perché una gengivite trascurata può evolvere in parodontite, causando danni talvolta irreversibili.

Per la maggior parte dei pazienti la seduta di igiene non è dolorosa. In genere un paziente che rispetta i periodici richiami e mantiene una buona igiene orale domiciliare tende a non provare particolare dolore o fastidio. Solitamente il dolore è dovuto a condizioni di infiammazione delle gengive come gengiviti o parodontiti che possono essere accompagnate da sanguinamento.

Dipende molto da paziente a paziente ma in genere l’ideale sarebbe ogni 6 mesi. Sarà la tua igienista di riferimento a determinare la frequenza dei richiami.

In generale le otturazioni in amalgama vengono sostituite nel momento in cui creano dei problemi. Solitamente quando si presentano delle infiltrazioni a causa di margini non perfettamente in chiusura o causa dolore e fastidio per il paziente, è indicata la sua sostituzione. Attualmente l’amalgama d’argento è stata ormai sostituita da materiali maggiormente estetici: i compositi.

Le cause possono essere molteplici, dalla semplice infiammazione gengivale, alla lesione cariosa più o meno estesa, fino ad arrivare ad una frattura verticale. In questi casi è essenziale sottoporsi ad una visita per poter intercettare la causa del problema e programmare il piano di trattamento adeguato per porvi rimedio.

Molto spesso la devitalizzazione di un dente viene fatta perché esso è causa di un dolore intenso. Ci sono casi in cui però la polpa del dente è già andata in necrosi pur mantenendosi asintomatica. In questo caso risulta opportuna la devitalizzazione per evitare che la lesione apicale a carico del dente, rilevabile con una radiografia endorale, possa diventare fonte di dolore e problemi futuri.

Sono numerosi i motivi per cui è importante prendersi cura anche dei denti da latte. Essi stimolano i cambiamenti fisiologici dell’osso alveolare impedendone il riassorbimento, mantengono lo spazio necessario che verrà successivamente occupato dal dente permanente e impedisco lo spostamento dei denti vicini che per natura tendono “a migrare” verso lo spazio lasciato dal dente deciduo.

In genere la prima visita odontoiatrica nel bambino viene fatta coincidere con il periodo di permuta dei primi denti da latte, quindi intorno a 5-6 anni. In alcuni casi però, malocclusioni di tipo scheletrico possono essere intercettate anche intorno ai 4-5 anni. È importante che il primo approccio con il dentista e con l’ambiente odontoiatrico in generale, avvenga in tranquillità, iniziando con una semplice visita di controllo, in modo che il bambino possa più facilmente prendere confidenza con ciò che lo circonda.

Non è necessaria una particolare preparazione. È importantissimo però che non venga utilizzata la visita dal dentista come minaccia quando il bambino disobbedisce ai genitori o semplicemente non si lava i denti. Questo creerebbe solo un ulteriore aumento di ansia e paura nei confronti del clinico.

Come prima cosa bisogna recuperare il frammento di dente se possibile e conservarlo o in soluzione fisiologica o nel latte. Dopodiché è consigliato recarsi dal proprio dentista di fiducia per “riattaccare” il frammento di dente staccato quando è possibile, valutare la salute del dente coinvolto e accertarsi che non siano stati danneggiati altri elementi o i tessuti circostanti.

La prima visita è il punto di partenza per una corretta diagnosi. Durante la prima visita il clinico procederà con un esame obiettivo (osservazione di denti, strutture di sostegno e mucose) seguito da un’attenta valutazione di eventuali radiografie già esistenti e/o facendone di nuove, in modo tale da poter intercettare tempestivamente eventuali problemi non rilevabili con la sola osservazione. Una volta raccolte le informazioni necessarie per effettuare una corretta diagnosi, il clinico programmerà un piano terapeutico ideale per le esigenze di ogni singolo paziente

La terapia fissa può essere affrontata anche in età adulta con il solo limite di avere delle strutture di sostegno sane e funzionali. Qualsiasi tipo di trattamento ortodontico nell’adulto non permette di modificare le basi ossee, come avviene nel bambino in crescita, ma esercita la sua funzione solo a livello dentale.

L’ortodonzia invisibile ( tipo INVISALIGN) utilizza delle mascherine trasparenti per correggere eventuali disallineamenti dei denti. Tali mascherine vengono fatte su misura per ogni paziente e sostituite ogni due settimane. Questo consente di ottenere i migliori risultati senza rinunciare all’estetica durante il trattamento ortodontico.

Con il termine di “diastema” si definisce uno spazio che si crea tra due denti vicini. Normalmente i denti maggiormente interessati sono gli incisivi centrali superiori. Non sempre è necessario mettere l’apparecchio fisso per risolvere un problema di questo tipo. Talvolta, la protesi estetica (faccette e corone integrali) permettono di risolvere il problema senza dover ricorrere all’ortodonzia.

Non è sempre necessario estrarre i denti del giudizio. Tutto dipende dalle caratteristiche del dente, dalla sua inclinazione, se è vicino al nervo alveolare inferiore che decorre all’interno della mandibola, se ha stretti rapporti con il seno mascellare, se è parzialmente erotto o se è totalmente ricoperto da osso e gengiva. L’estrazione spesso è indicata per quei denti che, non avendo spazio sufficiente ed essendo parzialmente erotti, diventano poco detergibili, accumulano placca tra la corona emersa e la gengiva causando così infiammazione e dolore.

L’estrazione del dente del giudizio non deve essere fonte di preoccupazione per il paziente. Questo perché qualsiasi estrazione se ben programmata e valutata con l’aiuto di esami radiografici come l’ortopantomografia e nei casi più complessi, con una tac, può essere eseguito in totale sicurezza.

Tra il dente e la gengiva tende ad accumularsi la placca che a sua volta infiamma i tessuti circostanti causando arrossamento gonfiore e dolore. Una buona igiene orale associata a sciacqui con collutorio può diminuire la sensazione di fastidio e lenire in parte il dolore. In questi casi però è importante comunque sottoporsi ad una visita di controllo dal proprio dentista di fiducia per poter valutare meglio la situazione.

Come prima cosa bisogna capire se le corone dei denti siano effettivamente di dimensioni ridotte o vi sia un esubero di gengiva. In entrambi casi sono disponibili soluzioni di tipo chirurgico o protesico volti a ristabilire un giusto equilibrio tra i denti e le gengive. In questo caso è utile consultare un buon parodontologo.

Dolore all’articolazione ed indolenzimento dei muscoli del viso sono spesso sintomi comuni del paziente bruxista. Il digrignamento notturno dei denti, detto “bruxismo” consiste in movimenti involontari che portano allo sfregamento delle arcate tra loro. Tra le cause più frequenti si riscontra quella legata alla sfera emotiva: stress psicologico e/o fisico accumulato durante la giornata viene scaricato durante la notte con questi movimenti involontari. Una delle conseguenze più comuni di bruxismo è l’usura delle superfici dei denti che, sfregandosi tra loro causano abrasioni dello smalto ed esposizione di dentina che può essere accompagnata da sensibilità dentale più o meno spiccata. Per poter ridurre i danni che il bruxismo può comportare, è indicato l’uso di un bite notturno, un dispositivo orale in grado di creare una sorta di barriera protettiva per i denti e in grado di mantenere a riposo l’articolazione, rilassando così la muscolatura masticatoria.

Con la perdita dei denti è inevitabile che l’osso alveolare tenda a riassorbirsi e quindi a modificare la sua forma. Allo stesso modo anche la superficie di appoggio della protesi deve essere periodicamente modificata al fine di potersi adattare meglio ai tessuti molli del paziente. Se la protesi è in buono stato e non presenta alterazioni basterà una ribasatura per risolvere il problema!

Per poter intervenire è essenziale individuare la causa precisa del problema. In questo caso la causa potrebbe essere riconducibile a una parodontopatia più o meno severa. Una visita da un bravo parodontologo chiarirà la natura del problema e consiglierà il tipo di intervento ideale e specifico per ogni caso. Non tutti i denti che presentano mobilità devono essere estratti!

I vecchi lavori protesici se non più funzionali ed estetici, possono essere sostituiti. Grazie alle nuove tecniche e a materiali innovativi come la zirconia per esempio, è possibile avere dei manufatti protesici altamente estetici.

L’intervento implantare può essere causa di ansia e preoccupazione per il paziente. Per i casi più complessi, lo studio fornisce la possibilità di sottoporsi ad eventuali trattamenti implantari in sedazione cosciente con il supporto di un medico anestesista che seguirà l’intervento nella sua intera durata.

Tutto dipende dalla sede dell’estrazione, dalla causa che l’ha determinata, dalla forma della radice o delle radici del dente e dalla qualità e dalla quantità di osso residuo nella zona coinvolta. Valutate queste condizioni si potrà procedere con il posizionamento dell’impianto contestualmente all’estrazione oppure si attenderà il tempo necessario affinchè ci siano le condizioni ideali.

Le soluzioni a questo tipo di problemi sono strettamente legate al singolo paziente e possono variare da caso a caso. In linea di massima però si può intervenire con tecniche di chirurgia rigenerativa in grado di ripristinare i volumi ossei necessari per l’inserimento degli impianti. È essenziale però che si effettui uno studio accurato e approfondito del caso non limitandosi alla sola osservazione intraorale ma avvalendosi dell’utilizzo di radiografie e tac.

Prima di cominciare un trattamento di sbiancamento è importante sottoporsi ad una seduta di igiene professionale per eliminare tartaro e pigmentazioni sui quali lo sbiancamento non potrà agire in alcun modo. È da tenere presente che le sostanze sbiancanti non agiscono su otturazioni o su lavori protesici. Se utilizzate secondo le regole consigliate dal proprio odontoiatra e dalla casa produttrice, lo sbiancamento non risulta essere dannoso per lo smalto. Tuttavia, durante o dopo la procedura, i denti possono diventare temporaneamente più sensibili al freddo. Può essere utile in questi i casi associare un gel al fluoro.
È importante tenere presente che lo sbiancamento non è in grado di risolvere qualsiasi problema discromico. In alcuni casi, per avere un buon risultato può essere necessaria l’applicazione di faccette o corone.